Corre, sbuffa, dribbla, fa una rabona. Tra tocchi leziosi e gol strepitosi, con il suo estro e la sua fantasia, Alessandro Gabrielli si prepara a vivere una delle esperienze piĆ¹ esaltanti della sua vita sportiva: i Giochi mondiali Special Olympics di Berlino 2023.
Trentadue anni, da San Polo dei Cavalieri in provincia di Roma, Alessandro ĆØ lāallegria fatta persona: socievole e sempre pronto allāabbraccio con amici e conoscenti, una grande passione, naturalmente, per il calcio e per i dribbling, per la Roma, e per Chicca, la sua cagnolina.
āAlessandro ĆØ nato con un parto cesareo normale – raccontaĀ mamma Maria, prima tifosa dellāAtleta del team Albano Primavera – ma i problemi sono nati ad un anno e mezzo per via di un trauma che lāha portato in ospedale con febbre altissima. Questāevento ha segnato la sua infanzia e ha portato difficoltĆ soprattutto in ambito scolastico. Gli specialisti che lo hanno avuto in cura parlavano di lui come di āuna Ferrari con il motore di una Cinquecentoā. Nei test alla Primaria gli viene riscontata anche una dislessia per cui ĆØ stato seguito da una logopedista alle medie. Con il sostegno scolastico si ĆØ lavorato incessantemente per attivare lāaspetto cognitivo, ottenendo ottimi risultatiā.
Altri ostacoli allāorizzonteā¦
āPurtroppo, come tanti altri giovani, Alessandro ĆØ stato vittima di atti di bullismo – conferma sua madre – ma non ha mai mollato. Grazie agli insegnanti di sostegno e con la presenza costante della famiglia, a sedici anni ha conquistato il suo posto nel mondo e lavorando duramente ha raggiunto la sua autonomia. Dopo una breve esperienza con gli scout, la passione per il calcio lo ha portato a frequentare la scuola calcio. E anche qui, tra varie difficoltĆ , Alessandro ha visto solo in parte soddisfatte le sue aspirazioniā.
Dal paese alle pendici dei Monti Lucretili, con la famiglia si trasferisce a Roma. E per lui ĆØ questa la svolta.
āFrequentando il centro diurno āAnchāioā ha trovato personale preparatissimo, un ambiente adatto ed un aiuto prezioso nel progetto casa-famiglia. Oltre allāimpegno quotidiano nelle varie attivitĆ del centro, ĆØ diventato tutore per un ragazzo con sindrome di Down. Poi con il servizio civile ha partecipato a vari tirocini, purtroppo sempre senza retribuzioneā.
Ma Alessandro ĆØ testardoā¦
āHa partecipato per cinque anni a un progetto legato al calcio con la Isidoro, una squadra del centro diurno in cui finalmente ha trovato coronamento la sua crescita sportiva ed la sua grande passione per questo sportā.
Arrivano poi le esperienze in Special Olympics.
āGrazie a Special – aggiunge la mamma –Ā Alessandro ha potuto giocare su molti campi di calcio con la Polini Team prima e con lāAsd Albano Primavera poi. Sono state esperienze che lo hanno fatto crescere tanto, sia sotto il profilo sportivo, sia sul lato umanoā.
Il suo tecnico Stefano Soro loda āla sua grande tecnica calcistica, la visione di gioco straordinaria, lāutilizzo indifferente del destro del sinistro. Alessandro ĆØ un faro in mezzo al campo, con buone doti atletiche. Ć un piacere averlo in squadra e allenarloā.
Una grande rivincita, insomma, dopo unāinfanzia e unāadolescenza tra mille strettoie. In Alessandro traspare quotidianamente la grande emozione e lāimmensa felicitĆ per la convocazioneĀ con la squadra Italiana Special Olympics per i Giochi Mondiali di Berlino.
āĆ un sogno che ho sempre accarezzato e che ora diventa realtĆ – conferma il nostro campione – Anche Chicca, che ĆØ lāultima arrivata in casa, sente che cāĆØ questo stato di grazia e scodinzola. Era stata abbandonata ed ĆØ con me da qualche mese, proprio quando mi ĆØ arrivata la convocazione mondiale. In questo periodo mi sto allenando tantissimo perchĆ© ci tengo ad aiutare la squadra e a mettere in luce il mio talento. Ho anche deciso di mettermi a dieta per presentarmi a giugno in forma mondiale. Se farĆ² un gol a Berlino? Lo dedicherĆ² alla mia famiglia, alla mia squadra, alla mia ragazza Valentina e a tutti quelli che mi vogliono beneā.
La mamma Maria, infine, si rivolge a tutti i genitori: āCi vuole tanto amore e tanta forza e soprattutto una infinita pazienza, per crescere un figlio. Fortunatamente non siamo soli e realtĆ come Special Olympics sono dalla nostra parte per tirare fuori il meglio da ogni personaā.