Martina ha 24 anni, è una ragazza molto socievole che ama stare in compagnia ed essere circondata da amici e parenti. È testarda e molto determinata, ha la passione per la musica di ogni genere e ama imparare a memoria i testi delle canzoni che ascolta ovunque, in ogni momento libero.
È una grande sportiva ama andare in bicicletta arrivando a fare anche 30 km durante le gite che condivide con gli amici, le piace molto giocare a calcio, ma il suo sport “del cuore” è il tennis e non perde occasione per praticarlo.
La nascita
L’arrivo di Martina – raccontano i genitori – è stato una gioia per noi. La sua infanzia è stata piena di attenzioni, la situazione lo richiedeva. All’età di 3 anni ci siamo accorti che aveva qualche difficoltà e, con insegnanti e specialisti, abbiamo iniziato un lungo percorso di affiancamento e di crescita.
Lo sconforto e la paura ci hanno accompagnato per moltissimi anni e ammettiamo che, ancora oggi, capita di sentirci smarriti.
Inizialmente avevamo grandi aspettative e questo ha comportato una mole di lavoro importante anche da parte nostra.
Martina è sempre stata seguita fino all’età di vent’anni da psicologi, logopedisti e insegnanti privati e anche per noi una gita o una semplice favola prima di addormentarsi era motivo di ricerca e conoscenza. Ovviamente più le aspettative sono alte, più crescono le ansie e con esse le preoccupazioni, le incertezze, l’apprensione e il timore di non farcela.
La scuola e il lavoro
La scuola non ha certo aiutato a far sì che le nostre emozioni si acquietassero. Avendo svolto un lungo percorso scolastico con Martina (Scuola Primaria, Secondaria di primo e secondo grado conseguendo un attestato di qualifica e tre anni di un Istituto professionale) ci si è resi conto che non sempre la
scuola offre la giusta preparazione e conoscenza per affrontare una didattica adeguata agli alunni con disabilità intellettiva.
Le delusioni sono state tante per quanto riguarda l’inclusione; la società non è pronta ad accogliere ed accettare una persona con disabilità, così sono mancati per lei inviti alle feste di compleanno dei compagni o semplici uscite a casa degli amichetti.
Ad oggi però la situazione è cambiata e Martina è integrata benissimo nel paese in cui vive, nel contesto sportivo e in quello delle amicizie. Amata da molti, è indipendente anche nelle uscite con cugini e amici.
Grazie ad uno stage offerto dalla Regione Piemonte, lavora part time insieme a sua sorella in un ufficio che si occupa di tecnologia alberghiera. Le sue mansioni spaziano dalla sistemazione dell’archivio, all’utilizzo del pc, al riordino dell’ufficio. Quando non lavora, ama anche passeggiare insieme al suo cane Spot.
L’autonomia possibile anche grazie allo sport
Come famiglia abbiamo sempre lavorato per renderla autonoma il più possibile. Da qualche anno abbiamo ristrutturato un piccolo monolocale al piano terra della nostra casa, in modo da farle vivere l’indipendenza e lei, felice, se ne prende cura con orgoglio.
Martina è sempre stata una bambina “in movimento” e nella sua infanzia e adolescenza ha provato diverse discipline sportive come calcio, judo e nuoto. Nel 2016 ci è stata fatta la proposta dall’allora Presidente dell’Associazione Semplicemente Cumiana Gabriella Turinetto, di far provare Martina a
giocare a tennis e, dopo un primo momento di esitazione, abbiamo accettato. Da allora non ha più abbandonato la racchetta e tutt’ora pratica il tennis anche nel tempo libero con insegnanti e amici.
Fare sport è stata per lei un’esperienza sicuramente formativa, aiutandola moltissimo ad alzare il livello di autostima e farle guadagnare fiducia in se stessa. In merito ha ribadito: “La mia vita da quando faccio sport è cambiata in meglio, perchè mi sento più sicura di me, quindi più rilassata”.
In conseguenza all’iscrizione al Team Semplicemente Cumiana, Martina è entrata in contatto con Special Olympics che è stata una grandissima opportunità in primis per lei, poi per tutti noi, perché le ha permesso di vivere lo sport con serenità, senza ansia o sentimenti negativi. Grazie al Movimento ha conosciuto anche tantissimi nuovi amici con i quali ha instaurato ottimi rapporti. Il tempo della solitudine e dell’esclusione è ora solo un brutto ricordo.
Grazie a Special Olympics vive bellissime esperienze come la partecipazione a tornei, organizzati sia sui nostri campi che da altre associazioni in altre città e prova forti emozioni, come quando partecipa ai Giochi Nazionali, scendendo in campo sempre con il sorriso e la carica giusta.
Il suo sogno per quanto riguarda lo sport, è di migliorare sempre di più e sicuramente una delle sue più grandi aspettative l’ha raggiunta con la convocazione ai Giochi Mondiali 2023 di Berlino, grande motivo di orgoglio per tutti e motivo di crescita sportiva ma soprattutto personale.
Inizialmente ha accolto la notizia con un po’ di smarrimento e incredulità, successivamente solo grande gioia e fierezza.
Da genitori tutto questo ci rende immensamente felici, ci auguriamo che i suoi sogni e la voglia di praticare sport non l’abbandonino mai. Per questo ci sentiamo di dire ad un genitore di un figlio con disabilità, che non bisogna arrendersi mai. Non arrendetevi all’idea che questi ragazzi debbano vivere una vita scandita dalla routine, dalla monotonia, da una quotidianità piatta che non potrà renderli felici. Questi ragazzi hanno una forza incredibile, spesso maggiore della nostra. Vanno capiti, sostenuti, ma soprattutto spronati: è importante che vengano inseriti in contesti nei quali possano non solo socializzare, ma sentirsi liberi di esprimersi senza essere giudicati, in contesti di crescita personale ed emotiva come è Special Olympics.
Più passano gli anni, più ci convinciamo che lo sport sia la chiave di volta per una vita piena di soddisfazione.
Le difficoltà sono molte, ne siamo consapevoli, ma l’amore e la fiducia dovranno essere il fil rouge che accompagna le giornate delle famiglie che hanno una persona con disabilità intellettiva al loro interno. Per noi è stato fondamentale poi il confronto con altri genitori che vivono la stessa situazione; per condividere esperienze, confrontarsi e soprattutto sentirsi capiti, perché il supporto di amici e parenti è insostituibile, ma solo quando parliamo con qualcuno che ha in comune con noi lo stesso vissuto, abbiamo la certezza di essere compresi fino in fondo.
Ringraziamo Special Olympics per tutte le grandi emozioni che ci sta facendo vivere.
Mauro, Cristina e Andreafederica