Alessandro ha 28 anni. È nato il 14 Febbraio 1994 a Padova, ma è sempre vissuto a Thiene in provincia di Vicenza con la sua famiglia composta da mamma Francesca, papà Giuseppe e le due sorelle Martina e Michela. Ama molto allenarsi a tennis e giocare con una squadra di calcio a 5. Inoltre è super appassionato di calcio e segue con grinta la sua Inter . È orgoglioso di essere zio di tre meravigliosi nipoti Chiara, Giovanni e Cecilia.
La nascita di Alessandro ha portato tanta gioia e felicità in famiglia. Tutti non vedevano l’ora di coccolare il piccolo maschietto di casa, ma hanno dovuto attendere dei mesi a causa dei prolungati ricoveri in ospedale. Alla nascita, gli è stata diagnosticata la sindrome di Dandy Walker, una malattia rara caratterizzata da una malformazione congenita del cervello ma lui, grazie a chi gli vuole bene, ha trovato nello sport un modo per esprimere appieno le proprie potenzialità. Alessandro è sempre stato un bambino solare e socievole anche quando faticava ad esprimersi con le parole. Grazie alla sua tenacia, al supporto e all’affetto di noi familiari è stato in grado di affrontare i suoi limiti, imparando nuove abilità sia a scuola che tra i pari.
Come famiglia abbiamo sempre cercato di mettere al centro la serenità di Alessandro che nel tempo si è concretizzata nel bisogno di realizzarsi come giovane adulto in grado di compiere azioni di autonomia nella propria quotidianità . Negli anni abbiamo trovato non pochi ostacoli, dalla nostra paura di esporlo a situazioni per lui troppo impegnative alla necessità di costruire una rete di supporto efficace che sapesse aiutare noi e lui nelle diverse scelte da compiere. Già durante il percorso scolastico abbiamo cercato di inserirlo tra i suoi compagni, trovando numerose difficoltà, in particolare a partire dalla scuola secondaria di primo grado, con risultati nel complesso negativi. Come famiglia abbiamo inoltre osservato una minor preparazione del personale docente negli ultimi anni di scuola, che si traduceva in scarsa capacità di progettazione e gestione dei bisogni didattici e sociali di Alessandro. Queste realtà hanno messo la nostra famiglia davanti ad una sfida delicata da gestire se non supportata da figure competenti da un punto di vista clinico e scolastico. Tra gli episodi in cui Alessandro è stato positivamente agganciato ai suoi coetanei ricordiamo quando alcuni compagni spontaneamente lo contattavano e invitavano a casa loro, offrendogli la possibilità di essere esposto a modelli sociali positivi diversi da quelli familiari con grande soddisfazione e gioia da parte di Alessandro.
A settembre 2012 Alessandro ha iniziato a praticare per la prima volta tennis con l’ “Associazione I Can” di Breganze. Fin da subito ha mostrato interesse e motivazione ad imparare questo sport e a conoscere nuovi ragazzi, trovando in questa realtà un gruppo di amici mai sperimentato prima di allora. Lo sport ad Alessandro ha permesso di confrontarsi, non solo da un punto di vista tecnico, ma anche sulle proprie capacità e difficoltà, riconoscendo la propria disabilità senza vergogna e con uno spirito grintoso di continua sfida con se stesso. Quando si trova con i compagni di squadra e con gli atleti di altri team per socializzare e condividere momenti sereni assieme si mostra felice e a suo agio.
Durante gli eventi sportivi prova spesso paura di commettere errori assieme alla voglia di rimettersi in gioco a seguito di una sconfitta. Per Alessandro lo sport significa impegno, avere un’ opportunità per migliorarsi e fare nuove amicizie. La modalità unificata rappresenta un canale attraverso cui apprendere meglio la tecnica dal partner con il quale può instaurare un positivo rapporto sociale. Lo stesso partner, attraverso questa esperienza, può ampliare la propria percezione e conoscenza della disabilità intellettiva.
Da 5 anni Alessandro lavora in un’azienda vicino a casa : quest’opportunità gli ha permesso di maturare un senso di responsabilità rispetto ai compiti che gli vengono affidati, interagendo con figure adulte diverse. La dimensione lavorativa ha una valenza anche sul piano emotivo, perché permette ad Alessandro di sentirsi competente e utile al pari dei colleghi.
Rispetto al passato Alessandro è migliorato nella gestione delle emozioni e nel controllo dei movimenti durante le partite.
Come genitori condividiamo con Alessandro la prospettiva che attraverso lo sport possa migliorarsi a livello atletico, sociale ed emotivo.
Quando gli è stata comunicata la convocazione ai Giochi Mondiali Estivi di Berlino Alessandro ha provato un senso di felicità e soddisfazione per l’obiettivo raggiunto. Ora si impegnerà per prepararsi al meglio all’evento.
Ai genitori di bambini con disabilità intellettiva vorremmo dire che, come nello sport, servono determinazione, speranza e perseveranza nel cercare ogni giorno di raggiungere gli obbiettivi che si prefiggeranno.
Non sarà facile, ci saranno tanti ostacoli, dovranno essere capaci di gustare i piccoli traguardi raggiunti.