Irene Piffarerio

È uno slalom azzurro la storia di Irene Piffarerio. La ventenne brianzola della Polisportiva Sole sta già scaldando i muscoli per l’evento più importante della sua giovane carriera sportiva: i Giochi Mondiali Invernali Special Olympics di Torino 2025. La ragazza di Monza è tra gli 88 azzurri convocati e indosserà con orgoglio uno dei 16 pettorali della squadra italiana di sci alpino.

Un esempio di determinazione e impegno,  quello di Irene, come raccontano mamma Silvia e papà Mario.

“Nostra figlia ha affrontato sin da piccola ogni ostacolo con energia e positività. Il suo percorso di crescita è stato graduale e costante, anche grazie alle figure di sostegno come insegnanti ed educatori che l’hanno accompagnata nella sua esperienza sui banchi di scuola e nel cammino riabilitativo. È stato difficile arrivare a una diagnosi chiara e definitiva, dopo lunghi e complessi accertamenti genetici. Aveva ormai 15 anni, quando l’abbiamo ottenuta”.

Così la storia di Irene prende velocità tra i paletti delle sue discese e lei è bravissima a tuffarsi dentro le porte. Dalle scuole dell’obbligo in un istituto paritario al grande salto delle superiori.

“Irene ha frequentato un professionale vicino Lecco, il Bosisio Parini. Questa scelta ha portato tanti benefici per la preparazione dell’Istituto ma è costata anche sacrifici, perché il viaggio per arrivare a scuola durava più di un’ora. Le sue materie preferite sono state quelle in cui poteva dimostrare la sua creatività, come i laboratori artistici di disegno e pittura”.

Lo sport ha sempre accompagnato la crescita di Irene, anche grazie a papà Mario che l’ha incoraggiata e la coinvolge ancora oggi nelle uscite in montagna sulle piste lombarde dell’Aprica. Poi, parallelamente alle scuole superiori, l’incontro con Special Olympics. 

“La neve, insieme alla ginnastica, è stata un elemento familiare per nostra figlia. La sua voglia di misurarsi con gli altri e raggiungere nuovi obiettivi si era già sviluppata in varie associazioni sportive, ma il momento di svolta c’è stato poco prima della pandemia, nel 2019, quando è entrata a far parte della Polisportiva Sole. L’allenamento settimanale è sempre stato molto atteso anche perché questo movimento è capace di creare un gruppo coeso in cui lo sport è solo uno degli aspetti positivi, insieme alla creazione di legami di amicizia, all’acquisizione di nuove autonomie e alle opportunità di dimostrare il proprio talento. Irene è una ragazza curiosa e socievole, amante della cultura e della scoperta. In un team Special Olympics come il suo non mancano gli stimoli per crescere sotto ogni punto di vista e poi magari si arriva a un traguardo bellissimo, come quello della convocazione mondiale”.

Un traguardo inaspettato. 

“Totalmente – aggiungono i genitori di Irene – anche se avevamo alle spalle diverse esperienze ai Giochi Nazionali, tutte molto positive, non solo come risultati, ma soprattutto per il modo in cui sono state affrontate. La sua collezione di medaglie è cresciuta e anche la sua capacità di affrontare ogni sfida e di accettare serenamente una vittoria mancata”.

Il momento della scoperta.

“Micaela, la responsabile del settore Sci della Polisportiva Sole un giorno ci chiama per un aperitivo insieme a un altro atleta, Davide Virdis, anche lui convocato. La lettera l’abbiamo letta con commozione in quel momento lì e Irene si è riempita di gioia, ha iniziato a raccontare a tutti di questa grande opportunità che le sarà data. Da lì in poi ci sono state tante occasioni per celebrare e condividere la sua felicità con gli altri, ma secondo noi il bello deve ancora venire e lei pian piano realizzerà l’importanza di difendere i colori della propria nazione in una manifestazione mondiale”.

Torino 2025: più di 1500 Atleti di 103 delegazioni, 100mila spettatori attesi sulle nevi di Sestriere, Bardonecchia, e Pragelato. 

“Ci saremo anche noi, insieme a sua sorella minore Emma, a tifare per Irene e tutti gli azzurri. Se poi si dovesse avverare il sogno di una medaglia sarebbe ancora più bello ed un motivo in più per festeggiare questo appuntamento che di certo segnerà in positivo il percorso di crescita di nostra figlia. Irene la dedicherebbe senza ombra di dubbio alla sua squadra, a cui è molto legata”.

L’eredità del mondiale: un tesoro da spendere nel futuro.

“Dopo il diploma Irene ha iniziato a frequentare un centro socio educativo presso una cooperativa di Monza – concludono mamma Silvia e papà Mario -. Per lei attualmente questo è il suo lavoro, una nuova dimensione in cui continua ad apprendere  e sviluppare competenze. All’orizzonte ci sono tirocini formativi che potrebbero aprirle opportunità anche sul fronte lavorativo. Speriamo che vivere un’evento mondiale da protagonista dia forza alle sue certezze sulle sue capacità e potenzialità”.

Basta una semplice donazione per aiutare i nostri atleti.