Giorgio Mason

Giorgio ha un superpotere, quando si sente parte di una squadra. E la prima squadra di Giorgio Mason – Atleta del team Sport 21 di Padova al cancelletto di partenza dei Giochi Mondiali Special Olympics di Torino 2025 nello sci alpino – è la sua famiglia, che di fronte a ogni sfida si compatta e dà il massimo perché nessuno resti indietro. E oggi, a 25 anni, alla vigilia di un grande evento internazionale, la sua storia andrebbe scritta pari pari dentro un manuale di genitorialità, come fonte di ispirazione.

“Giorgio è il nostro terzo figlio – ricordano mamma Maria Beatrice e papà Carlo – ed ha avuto uno sviluppo tipico fino a tre anni. Poi nei sei successivi ha smesso di parlare e ha iniziato a manifestare disagio e autolesionismo. È stata durissima ma col tempo ci siamo resi conto che una chiave per entrare nel suo autismo c’era. È stato lui a indicarci la strada ogni volta che inaspettatamente ci regalava una frase, come quella volta che in aeroporto, in Scozia, dopo anni di silenzio, vedendo un’auto rossa che avevamo preso a noleggio, ci ha detto “…è una Ferrari”. O quando si è presentato a un cane bassotto. Abbiamo compreso che assorbiva tutto e lo elaborava nel suo silenzio, supportato dai suoi fratelli Edoardo e Adriano che non lo hanno mai escluso dai loro giochi, comprendendo meglio di noi genitori i suoi bisogni. Abbiamo cercato di dargli tutti gli stimoli necessari perché potesse sviluppare le sue potenzialità. A 10 anni la terapia ABA. Poi lo sport, che oltre a renderlo felice, riusciva a tirare fuori le sue capacità relazionali. Si pensa alle persone con autismo come poco aperte, invece si tratta solo di adattare il contesto, per sviluppare rapporti ricchi di reciprocità”.

 

Nuoto, ginnastica, sci e kayak: lo sport è una svolta
“Quello di cui Giorgio aveva bisogno era trovare un contatto vero con i pari. Nei team Special Olympics Sport 21 (sci) e Blukippe (ginnastica) ha scoperto il valore dell’amicizia al di fuori della famiglia. Ha trovato persone complementari rispetto al suo carattere osservatore e imitatore, lasciandosi coinvolgere dall’affettività e dall’entusiasmo degli altri. È come se le differenze si andassero gradualmente ad appianare. Oggi chi lo conosce da tempo ci dice che nostro figlio è irriconoscibile e crediamo che il ruolo dei suoi tecnici sia stato fondamentale quanto e più dei terapisti. Il nuoto è stato il suo primo sport, ha pian piano sviluppato la sua acquaticità, riuscendo a interpretare bene tutti gli stili. Rispettando i tempi delle sue tappe evolutive la crescita è stata notevole. Questo vale in ogni cosa che fa, non solo nello sport. Ci sorprende la sua grande abilità di viaggiatore, per la ginnastica spesso è in trasferta all’estero, recentemente è stato a Londra e Oslo”.

 

La scuola, una vita da progettare
“Abbiamo cercato di sfruttare ogni opportunità per migliorare il percorso scolastico di Giorgio. Alla primaria è stato affiancato da una psicologa. La sua diagnosi definitiva c’è stata a 13 anni e le medie hanno rappresentato una tappa di passaggio verso un istituto agrario in cui si è sentito accolto, trascorrendo degli anni sereni. L’obiettivo non era quello della scrittura ma della felicità e dell’autodeterminazione. Oggi ci sentiamo orgogliosi dei traguardi raggiunti da nostro figlio. Con altri diciotto genitori abbiamo creato una fondazione chiamata “Oggi e domani” che si occupa dell’età adulta e segue il progetto di vita dal punto di vista giuridico, dialogando con lo Stato perché ogni persona possa sviluppare al meglio le proprie capacità”.

 

Special Olympics, 10 anni di gioie da festeggiare con i Mondiali
“L’esperienza nel movimento è cominciata nel 2015 – spiegano i suoi genitori – Di Special Olympics Giorgio adora l’atmosfera, il fatto di condividere il tempo con i suoi amici, vivendo le trasferte, le cerimonie e la gioia sul podio. La competitività, essendo un concetto astratto, non gli appartiene, ma stiamo cercando di parlarne per dargli ancor più consapevolezza del ruolo che avrà a Sestriere. Si sta preparando con grande cura, scia da 22 anni, affronta senza problemi le piste nere, sicuramente farà bene ma soprattutto siamo certi che vivrà un’esperienza fantastica per i rapporti che intreccerà coi suoi compagni di squadra. Special Olympics è un paradiso per lui, tanto che siamo già stati ai mondiali di Abu Dhabi per tifare Veronica e Giacomo, due compagni della ginnastica. Anche stavolta, quando è arrivata la convocazione per Torino, la gioia ha contagiato tutto il suo gruppo. Ci trovavamo a Caldonazzo per una gara di kayak e la squadra ha festeggiato tuffandosi nell’acqua gelida del lago”.

 

Il lavoro e la vita indipendente
“Il progetto di vita di Giorgio sta prendendo forma, modellandosi ai suoi talenti. Ora vive con alcuni suoi compagni per tre giorni a settimana, raggiunge autonomamente il suo posto di lavoro, in centro a Padova, in una cooperativa legata a Sport 21 dove svolge attività di precisione per varie aziende grazie alla sua capacità di concentrarsi e imitare un compito. Tutto questo lo ha rinforzato e reso felice e noi genitori, insieme ai suoi fratelli, lo siamo ancor di più. Saremo tutti ai Mondiali per applaudirlo nella sua avventura azzurra”.

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