Gli sci di Peter filano veloci sul binario bianco di Torino 2025. Per il trentaduenne Atleta altoatesino del team Lebenshilfe è vicino l’appuntamento internazionale tanto atteso, quello dei Giochi Mondiali Invernali Special Olympics in cui farà gli onori di casa e in cui sarà una delle carte da medaglia del fondo azzurro. Peter Schroffenegger da Colle Isarco, lato opposto dell’arco alpino rispetto alle piste mondiali di cross-country di Pragelato, porterà la sua simpatia nella delegazione italiana che dall’8 al 15 marzo sarà protagonista in uno degli eventi sportivi più attesi dell’anno.
“Peter ama lo sport – raccontano papà Roland e mamma Annalisa – il movimento, gli allenamenti e le competizioni lo hanno aiutato a crescere e a raggiungere i suoi traguardi, superando poco alla volta le difficoltà che un’alterazione al tredicesimo cromosoma gli ha dato. L’accertamento non è stato semplice: nella sua infanzia ha avuto molte criticità soprattutto a livello respiratorio. Appena nato dovevamo dargli ossigeno a ogni crisi e la situazione polmonare ci ha tenuto in apprensione. Andando avanti con gli anni ci siamo resi conto che le sue tappe evolutive avevano dei rallentamenti evidenti, rispetto a sua sorella Julia, di due anni più grande, e anche a livello muscolare era molto debole. Nonostante tutto, nostro figlio ha sempre dimostrato vivacità e una voglia di farcela in ogni sfida. Ad aiutarlo è stato il rapporto con sua sorella e soprattutto col fratello minore, con cui ha condiviso molte tappe evolutive. I tanti specialisti che l’hanno seguito ci indicavano proprio Fabian come la migliore terapia per lui”.
A scuola, sempre col sorriso
“L’esperienza di Peter è stata positiva, soprattutto nelle scuole dell’obbligo – aggiungono mamma e papà – nonostante la sua pigrizia nella lettura e nella scrittura, ha sempre avuto un buon rapporto con i compagni, coi docenti che l’hanno seguito nelle varie materie e con gli insegnanti di sostegno. Abbiamo sempre chiesto alla scuola di farlo sentire protagonista delle attività svolte in classe. È stato messo alla prova, ma ne valeva la pena, visti i risultati e l’autonomia raggiunta. Dopo i 15 anni ha frequentato un corso biennale a Bressanone dove venivano svolte attività finalizzate all’avviamento professionale. Questa parentesi non è stata altrettanto positiva, ma gli ha fatto comunque capire i sacrifici che l’avrebbero atteso nel mondo del lavoro”.
Lo sport, una questione di famiglia
“Io, mia moglie e mia figlia partecipiamo alla vita del team Lebenshilfe come tecnici e dirigenti, affinché per decine di persone lo sport rappresenti uno dei supporti alla vita. L’associazione vuole dare impulso all’intero progetto di crescita dei nostri Atleti, seguendoli anche sotto il profilo terapeutico, formativo, del tempo libero, della vita autonoma e del lavoro. Special Olympics propone lo sport con il sistema del divisioning, che raggruppa Atleti di pari abilità dando dignità alla prestazione di tutti. Peter non si lascia sfuggire mai un’occasione per tenersi in forma e stare insieme ai suoi amici che vengono da tutta la provincia di Bolzano. Oltre allo sci di fondo pratica il nuoto, il calcio, l’atletica, l’arrampicata, il ciclismo e lo sci alpinismo. Con i suoi fratelli ama andare in mountain-bike e fare trekking. Tutto questo lo aiuta a non risentire degli effetti di una scoliosi per la quale avrebbe dovuto subire un intervento ma che i medici hanno sempre potuto evitare. Sicuramente arriverà carico al Mondiale, consapevole del lavoro fatto per rappresentare il suo paese e tutti i compagni che lo seguiranno da casa. Vivrà questo appuntamento col suo solito ottimismo e con la voglia di stupire tutti e ripagare la fiducia dei suoi fan che l’hanno incoraggiato attraverso la campagna Io adotto un campione”.
Tagliare il traguardo del lavoro è una delle vittorie più belle
“Nel settembre scorso Peter è stato assunto con un contratto a tempo indeterminato all’ospedale di Bressanone dove lavora come inserviente portando pasti, bevande e materiale sanitario nel reparto di traumatologia. Questo impiego è arrivato dopo alcune esperienze fatte in diversi bar e dobbiamo dire che è proprio un lavoro in cui lui si trova bene e con cui sa rendersi utile. Lavora seguendo i turni, anche nei fine settimana. Raggiunge l’ospedale col treno o col pullman in autonomia. La cosa che ci stupisce sono i legami di amicizia che riesce a crearsi sia con i colleghi, sia con i pazienti, ai quali trasmette il suo entusiasmo e la sua positività. Insomma, ora si sente realizzato e questo lo aiuterà a esprimersi al meglio anche quando sarà in pista a Pragelato”.
Un mondiale che coinvolgerà un po’ tutti, in casa Schroffenegger
“Io sarò nello staff e mi occuperò del traguardo – conclude papà Roland – sicuramente ci raggiungeranno in Piemonte anche mia moglie e mia figlia con suo marito. Insomma, sarà bellissimo partecipare in tanti a un appuntamento così prestigioso. Saremo vicini a Peter con orgoglio, consapevoli della grande opportunità che avrà di rappresentare una nazione intera, lanciando un messaggio potente di speranza per tanti altri giovani che devono credere nelle loro potenzialità e fare di tutto, insieme alle loro famiglie, per avere la possibilità di esprimerle”.