Sabbia o neve cambia poco, per Matteo. Le sue ciaspole graffiano e spingono, vanno veloci sia in riva al mare, sia ai piedi delle vette alpine, dritte dritte verso i Giochi Mondiali Invernali di Special Olympics di Torino 2025. Trentuno anni, di Tratalias, paesino del Sud Sardegna, Matteo Atzori a forza di correre con la maglia del suo team Stella Speciale si è guadagnato la convocazione al suo primo evento internazionale, quello che dall’8 al 15 marzo coinvolgerà 1500 Atleti di 102 nazioni sulle nevi piemontesi.
La storia di Matteo è un inno alla caparbietà e alla voglia di farcela. Comincia così…
“Con un’infanzia in cui tutto sembrava andare liscio – raccontano mamma Anna Elisa e papà Adriano – fino a quando sono apparse delle convulsioni febbrili legate a una forma di epilessia. Tra tanti ricoveri e una cura farmacologica che ha continuato fino a 18 anni, è stata intaccata l’area del linguaggio e più in generale ne ha risentito l’aspetto intellettivo. Nostro figlio ha imparato prima ad andare in bicicletta, poi a parlare, ma è sempre stato molto espressivo. È migliorato molto. E oggi, pur senza grandi discorsi, riesce ad usare il suo lessico essenziale e soprattutto ama stare con gli altri e sorride sempre. E è la cosa che ci ha sempre rincuorato di fronte a ogni difficoltà. Il suo sorriso”.
A scuola
“La diagnosi è arrivata in ritardo, durante gli anni della scuola dell’Infanzia. Inizialmente il sostegno non copriva tutto l’orario, ma in generale la sua frequenza è stata positiva. Abbiamo scelto la permanenza di un anno in più, così ha avuto la possibilità di crescere con compagni e compagne leggermente più piccoli. Il suo sviluppo fisico è stato molto buono e anche il legame con gli altri ragazzi nell’Istituto Agrario dove ha completato gli studi”.
Lo sport inclusivo, un grande strumento di crescita
“Sin da piccolo è stato coinvolto in varie attività fisiche. Preferivamo il nuoto. Poi dalla piscina Matteo si è spostato in vari campi: dalla pallavolo al calcio, il suo sport preferito, dal bowling alla corsa con le racchette da neve. Tutte queste opportunità sono arrivate col suo team Stella Speciale, a Carbonia. È da venti anni ormai che abbiamo la fortuna di vederlo uscire di casa, insieme ai suoi amici, confrontandosi su ogni aspetto della trasferta, non soltanto quello sportivo. Dover fare i conti con abitudini diverse, orari diversi, interagire con persone che non conosce, sperimentare successi e insuccessi: sono tutte esperienze che lo hanno fatto maturare, andando oltre la sua timidezza e le ansie con cui deve fare i conti ogni volta che si mette alla prova”.
La gioia della convocazione
“Era a Cagliari per un evento regionale di bowling quando ha scoperto di far parte della squadra azzurra di Torino 2025. La lettera di convocazione lo ha colto di sorpresa: tutti lo abbracciavano e lui si è lasciato travolgere dall’entusiasmo dei suoi amici. Ora è consapevole di ciò che lo aspetta. Conosce bene le piste dove gareggerà perché ha già partecipato a vari eventi nazionali, ottenendo sempre buoni risultati. Sa anche però che vivrà l’evento insieme a tanti altri Atleti e tecnici con cui non ha confidenza e questa è un’altra sfida che accetterà di sicuro, perché sente il supporto di tutta la sua squadra. Ed è orgoglioso di rappresentarla”.
La sabbia è un surrogato della neve. Scattare con le ciaspole ai piedi vicino al bagnasciuga, correndo di fianco al mare cristallino, con sottofondo ritmato delle onde, rende piena di fascino la marcia di avvicinamento di Matteo al suo primo mondiale.
“In passato si è allenato sulle spiagge di Sant’Antioco o del Poetto, nel Cagliaritano – racconta sua madre – per ora si sta preparando attraverso le altre discipline per presentarsi ai Mondiali in buona forma, ma a breve immaginiamo riprenderà anche i suoi allenamenti in riva al mare. Tutta la famiglia Atzori tiferà per lui, anche suo fratello maggiore e la sua nipotina. Tutti vorrebbero salire sull’aereo per Torino e tifare per lui, ma andrò solo io, perché la nostra azienda agricola ha bisogno di cure”.
Lo sport non è l’unica passione
“Nella nostra attività non mancano le cose da fare. Matteo si impegna e dà il suo contributo. Ama accudire gli animali, aiutare con la mungitrice per le pecore, salire sul trattore con il padre. Ha le sue soddisfazione e anche in paese, a Tratalias, tutti lo conoscono e lo stimano”.
Tratalias è un posto che sembra sospeso nel tempo, coi suoi nuraghi preistorici, avvolto da una storia millenaria segnata dalla ricostruzione, dopo la realizzazione del lago artificiale di monte Pranu. Le acque dell’invaso, infiltrandosi, avevano reso inagibili le case. Così un paese nuovo è nato poco più in là. Tratalias, il piccolo centro nel sudovest della Sardegna con i suoi mille abitanti. Tra quei mille ce n’è uno che ce l’ha fatta. C’è Matteo Atzori e la sua storia volerà veloce lontano dalla Sardegna, per incontrare il mondo.