Elisa Parutto

Danzando, Elisa trasforma le sue sensazioni in movimento. Le basta chiudere gli occhi e sentirsi dentro una coreografia, lasciandosi portare dall’intensità delle note e dal ritmo del brano. La sua grazia e la sua determinazione, nello sport come nella vita, hanno portato Elisa Parutto, Atleta ventiquattrenne della Polisportiva Terraglio di Mestre, a festeggiare il bellissimo traguardo dei Giochi Mondiali Invernali Special Olympics di Torino 2025. Un lungo viaggio, il suo, pieno di tappe intermedie che l’hanno aiutata a sviluppare le sue inclinazioni e il suo talento.

L’infanzia e le prime salite

Elisa – raccontano mamma Roberta e papà Riccardo – è nata dopo 41 settimane di gestazione. Vivace e affamata. Capelli biondi, occhi blu e guanciotte rosa. Una bambina perfetta! Dopo una partenza regolare, le prime avvisaglie di criticità iniziano verso i sei mesi per poi arrivare, a 15 mesi, a una prima diagnosi di “ritardo psicomotorio” con cause da accertare e difficoltà motorie e relazionali.

Elisa a 18 mesi non cammina, non parla, dorme tanto. Gli esami genetici evidenziano una duplicazione al braccio corto del dodicesimo cromosoma, una mutazione priva di letteratura medica. Non restava che navigare a vista, iniziando la fisioterapia, la logopedia e la psicomotricità. La fisioterapia invece viene negata per lasciare spazio a chi avrebbe avuto più possibilità di camminare. Lei no, ci dicono che non potrà camminare a causa della sua lassità muscolo-legamentosa. Sembrava tutto vero, perché le sue dita si piegavano all’indietro. Non la pensa così una fisioterapista che abbiamo contattato perché era riuscita a far camminare una bimba poliomielitica. È stata lei, con grande lungimiranza, a rivelarci che la piccola non stava in equilibrio perché, se non sorretta, aveva paura ad affrontare lo spazio anteriore: per questo si lasciava cadere. Per affrontare quello spazio aveva bisogno di esercizi sullo scivolo, di stare in braccio alla mamma per sentirsi più sicura. E così Elisa inizia a prendere coraggio. Dopo soli 28 giorni, sorreggendosi e impugnando un pennarello, Elisa inizia a camminare, aveva due anni e mezzo”.

La comunicazione, altra sfida vinta

“A questo punto ci concentriamo sull’aspetto relazionale – aggiungono i genitori di Elisa – con lei non si poteva parlare ad alta voce, le davano fastidio le luci, quando cercava di parlare emetteva sillabe comprensibili solo al fratello di diciotto mesi più grande. Non si teneva pulita, faceva fatica a masticare e a bere dal bicchiere, passava ore a dondolarsi da seduta, con un lamento continuo. Nel suo percorso di crescita sta per arrivare un secondo angelo: un medico responsabile della Polizia di Stato che stava sperimentando un protocollo per l’autismo. Elisa aveva bisogno di essere disintossicata attraverso una terapia omotossicologica, togliendo dalla sua dieta glutine e caseina. Così impara a masticare, a deglutire, a bere dal bicchiere e soprattutto a parlare”.

A scuola per smentire ogni previsione

“Il suo ingresso nella scuola è avvenuto in ritardo. Ci dicevano che non avrebbe imparato a leggere, a scrivere e a pensare. Ma noi lavoriamo alle sue lacune. Dopo un anno di esercizi di lettura senza successo, compie sei anni e scopre che diventerà una sorella maggiore. Chi leggerà le fiabe al fratellino? La mamma non avrà tempo. Ha già tante cose da fare! Ma lei prende il libro di Hansel e Gretel e inizia a leggerlo alla perfezione, perché volere è potere. Nonostante sappia leggere, la scuola è un supplizio perché non riesce a scrivere in maniera comprensibile a causa della lassità alle mani e del suo strabismo. A otto anni proviamo il metodo Rapizza: tante cornicette, scrittura quadrata da 1 cm, colorare per rafforzare le mani, più un corso di pattinaggio artistico, all’interno di una squadra. Allena così l’attenzione passiva, per aumentare l’attenzione attiva necessaria a scuola”.

I benefici dello sport

“Il pattinaggio per Elisa è stata la miglior terapia: ha neutralizzato lo strabismo, ha corretto il valgismo alle gambe, ha raddrizzato la postura, ha rafforzato la pianta del piede, ha dato equilibrio e le ha portato un gran numero di amiche con cui si allena. Nostra figlia scopre la forza delle competizioni, in previsione delle gare riesce nelle cose che prima riteneva impossibili, sempre e solo accompagnata dalla sua bella ossessione: la musica e le canzoni di Laura Pausini che, come dice Elisa, scrive e canta leggendomi dentro”.

Torniamo a scuola.

“Le superiori sono per lei una scuola di vita, qui deve affrontare le sue paure, le sue consapevolezze e soprattutto il rapporto con i suoi coetanei: ci sembrava di vederla correre con un triciclo a pedali, mentre gli altri sfrecciavano con il motorino. Elisa legge tanti libri ad alta voce, li divora, ma non si sa se comprende ciò che legge o se usi la lettura per isolarsi in un mondo tutto suo, con la cantilena della sua voce. Ecco che un professore, un altro angelo, scopre che lei memorizza tutto, ogni minimo particolare di ciò che legge. Non sa raccontare ciò che legge perché non può mettere le informazioni acquisite in ordine cronologico, ma sarebbe una bibliotecaria perfetta!

Dalla seconda superiore, nel momento più critico della sua adolescenza, inizia ad essere seguita da una sua “anima parallela”: prima sua compagna di pattinaggio, poi sua allenatrice, ora anche sua psicologa, amica, sorella, mental coach, tutor: è Veronica, il suo angelo più grande.

Assieme affrontano consapevolezza e accettazione di sé, frustrazioni, depressioni, pianti, gioie, vittorie e soprattutto obiettivi da raggiungere, sia nella vita, con l’imparare l’autogestione personale, che nello sport, con continui obiettivi da raggiungere e da sorpassare”.

Il futuro è un ricamo da inventare

“Quando finisce la scuola, Elisa inizia a lavorare nel laboratorio di famiglia: un laboratorio artigianale di calzature tipiche friulane, tutto basato su fantasia e manualità, tutto quello che ad Elisa non appartiene. Lei però è brava con il computer, sa fare bene i PowerPoint e da qui l’intuizione della personalizzazione che è per lei una macchina ricamatrice automatica in cui lei imposta il computer, posiziona la tomaia e procede con la realizzazione di un ricamo perfetto. Non solo, lei insegna il suo lavoro anche ad altri studenti per l’alternanza scuola-lavoro. A casa nei momenti di relax Elisa con gli occhi chiusi si muove e canta con Laura Pausini, il suo faro nella vita”.

Il ballo e Special Olympics

“La danza è arrivata a circa 17 anni, nel momento in cui Elisa scopre sé stessa e le sue emozioni, nel momento in cui vuole esprimerle. Incontra un altro angelo, il suo maestro Carlo, che da subito sa leggere la sua anima e gliela fa esprimere al meglio, dandole la possibilità di donare il suo spirito ogni volta che la vediamo danzare. Iniziano le esibizioni e le competizioni, Elisa balla, impara e migliora. Arrivano anche gli eventi Special Olympics e per lei si apre un nuovo mondo, una festa, un’allegria contagiosa. Per Elisa far parte di Special Olympics è motivo di orgoglio e di responsabilità. Lei dice sempre che tutti dovrebbero conoscere questo mondo per vedere quanto è bello. E vuole far vedere quanto e cosa può fare e dove può arrivare. Arrivano nuove amicizie, conosce e riconosce l’altruismo e la complicità, inizia il corso da Atleta Leader dove può imparare a relazionarsi con gli altri e a diventare una degna ambasciatrice di questo Movimento sportivo. In pratica eravamo abituati a ritoccare tutte le nostre aspettative abbassando gli obiettivi. Da quando Elisa vive lo sport in forma attiva e soprattutto con Special Olympics ci siamo resi conto che i traguardi tendono a superare le nostre aspettative, i nostri sogni più ottimistici. È un percorso che viaggia al contrario rispetto a quello a cui eravamo abituati. Ed è bellissimo”.

Le parole di Elisa

“Voglio essere un esempio per tutti, proprio come fa Laura Pausini con me – dice la danzatrice azzurra – voglio trasmettere la mia forza agli altri. Sto lavorando su me stessa per crescere Special Olympics e per portare il nostro messaggio al mondo”.

Il conto alla rovescia per Torino 2025 è già scattato

“Ora Elisa è al top, ha raggiunto una sua dimensione regolare e appagante, è felice. Le sue settimane si suddividono tra casa, con l’esercitazione quotidiana sulle autonomie personali, il lavoro, con i suoi ricami e le sue colleghe, lo sport, con gli allenamenti di pattinaggio e di danza, il tempo libero, con la lettura, la televisione e tanta, tanta musica della sua cantante preferita. La convocazione le è stata consegnata dal suo maestro mentre era al lavoro e l’ha resa felicissima. Non sente la pressione di questo evento globale, anche se ci saranno tante cose da imparare. Conosce il palco di Bardonecchia, dove ha già vinto negli ultimi Giochi Nazionali Invernali. Sa che sugli spalti ci saremo anche noi a sostenerla, sua madre e la sua tutor e da casa tiferanno per lei anche i suoi fratelli Cristian e David, ma che dovrà contare sulle sue forze per tutto il tempo dei Giochi. Sicuramente il fatto di ballare sulle note della Pausini le darà ancor più forza”.

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