L’hip hop è una cultura urbana che fa sentire liberi di esprimere la propria identità, molto più di una tecnica di danza. È proprio così per Martina Zambarda, atleta del Team Only Dance inserita nella squadra azzurra che a Torino 2025 sarà tra le protagoniste della disciplina di danza sportiva. Ventiquattro anni, di Merano, Martina ha conosciuto il ballo grazie a un progetto nella scuola dell’infanzia ed è stato amore alla prima coreografia, con la stessa insegnante che la seguirà nell’esperienza azzurra dall’8 al 15 febbraio.
Ma da dove nasce tutta questa fedeltà?
“La storia di nostra figlia – raccontano mamma Sandra e papà Andrea – ha sempre avuto una musica di sottofondo, una musica ritmata e allegra, come lei. Quando è nata non sapevamo della sua trisomia e all’inizio ci sentivamo spaesati non sapendo come poterla supportare nel suo percorso di crescita. Il suo sviluppo è stato abbastanza regolare, se rapportato a quello di Sara, sua sorella maggiore. La danza è arrivata molto presto a vivacizzare le sue giornate, andando a stimolare uno dei suoi talenti maggiori. L’ha praticata quasi ininterrottamente, con alcune parentesi nel nuoto, nel pattinaggio, nell’equitazione e nella pallavolo. In alcune di queste realtà non sempre però ha trovato il giusto grado di inclusione perché quando subentra l’agonismo si trova meno spazio”.
A scuola
“Martina ha voglia di partecipare, di essere protagonista, anche in classe, dove si è inserita bene grazie al suo carattere e alla voglia di imparare. L’esperienza con i docenti di sostegno non è sempre stata ottimale: a volte qualcuno tendeva a colorare per lei, a fare le cose al posto suo. Però in generale si è trovata a suo agio fino a completare gli studi superiori in un liceo classico dove ha trovato un ambiente tranquillo che favoriva la sua concentrazione e le ha permesso di crescere molto, affiancando allo studio un tirocinio in una scuola dell’infanzia”.
Martina, padrona della sua vita
“Proprio così – aggiungono i suoi genitori – perché lei ha un grande senso di responsabilità e dopo la scuola ha scelto di interrompere l’attività nella scuola per indossare la divisa da cameriera in un ristorante. Ogni giorno dal lunedì al venerdì esce da casa per prendere l’autobus da sola e per svolgere il suo servizio dalle 11 alle 14.30. Partecipa anche a un progetto per la vita indipendente a Bolzano, riesce a gestire il denaro che guadagna e ha le sue idee che cerca sempre di difendere”.
La danza e Special Olympics
“Nel suo repertorio si va dal contemporaneo al moderno e naturalmente c’è l’hip hop. Musicalmente ascolta tanto latino americano e il pop della Pausini. Insomma, Martina ha sempre una musica in testa e la sua voglia di ballare è contagiosa, tanto che ha già deciso di coinvolgere i suoi due nipotini, Filippo e Daniele. Un vero vulcano che con Paola Ianes, la sua storica insegnante, anche lei parte della delegazione azzurra di Torino 2025, da subito è entrata nel movimento Special Olympics, tre anni fa, a Bardonecchia. I suoi successi, le medaglie, le trasferte affrontate con determinazione l’hanno spinta a dare ancora di più, in ogni evento. La sua testardaggine la porta a volte a chiedere di modificare i passi della coreografia che gli viene proposta, sempre per questa sua voglia di scegliere ogni aspetto della sua vita”.
I Giochi Mondiali, un altra occasione per brillare
“Quando ha saputo della convocazione non si è scomposta. Ha avuto una reazione contenuta perché ha subito pensato alla competizione e a come prepararsi per fare bella figura. Essere nella delegazione azzurra è un orgoglio per lei che sta dedicando tre pomeriggi a settimana per presentarsi pronta a Torino e per noi che la seguiremo dagli spalti. I Mondiali saranno un’esperienza che la farà crescere nella consapevolezza dei suoi mezzi e in termini di autonomia. Sicuramente sarà impegnativo, ma lei saprà adattarsi ai nuovi stimoli che arriveranno e riempirà la sua valigia di amicizie, di emozioni e di ricordi che custodirà per sempre”.