Rodolfo Serra

Come venti anni fa a Nagano, in Giappone, Rodolfo Serra è pronto a vestire l’azzurro per partecipare ai Giochi Mondiali Invernali di Special Olympics. Dall’8 al 15 marzo, Torino 2025 sarà la consacrazione dell’impegno e della longevità sportiva di un Atleta che ha accompagnato con le sue prestazioni un’ampia fetta della storia del Movimento in Italia. Classe 1967, il rappresentante dello Special Team Genova sarà tra i protagonisti delle piste di sci di fondo di Pragelato e, insieme al suo compagno di squadra Giuseppe Morabito, uno dei più esperti della delegazione italiana.

Una storia di determinazione e orgoglio, quella di Rodolfo che con suo fratello Corrado, apre la valigia dei ricordi e riavvolge il nastro del tempo.

“Dopo tanti anni avere una nuova opportunità di vivere un’esperienza internazionale è davvero grandioso – raccontano i due – Special Olympics regala sempre grandi emozioni e sarà ancora una volta bello competere con Atleti di tutto il mondo. Questa convocazione, se la consideriamo abbinata a quella di Kazan per l’edizione saltata quattro anni fa, è un grande premio. Più di venti anni di allenamenti, di giochi, di confronti con altre realtà sicuramente sono stati uno stimolo e una soddisfazione. In tutto questo tempo siamo sempre stati uniti, tranne che per le nostre fedi calcistiche. In casa Serra c’è ogni domenica un derby della lanterna (Rodolfo è doriano, suo fratello tifa Genoa, ndr) un sano sfottò che ci vede avversari”.

 

I Giochi Mondiali per mettersi alla prova

“Dai Giochi si torna sempre arricchiti – spiega Rodolfo – perché ti trovi davanti situazioni nuove che arricchiscono il tuo bagaglio. Per esempio in Giappone, oltre a fare i conti col fuso orario, per me che non amo mangiare riso non è stato facile adattarmi, ma ce l’ho fatta. Sono molto competitivo, quindi volevo spingere al massimo con i miei sci per arricchire il mio medagliere e quello dell’Italia. È stato fantastico tornare a Malpensa con le mie medaglie al collo e ricevere l’abbraccio di tantissima gente. Poi essere ricevuto dalle istituzioni della mia città, il Comune, la Regione, la targa con il mio nome, gli articoli sul giornale: sono grandi emozioni che auguro a tutti. Ora che i Giochi sono in Italia è ancora più bello far parte della squadra e lanciare un messaggio di inclusione a tutto il mondo”.

 

Una crescita esponenziale…

“Siamo tutti orgogliosi di lui – aggiunge mamma Anna Maria – Rodolfo merita di essere felice. È sempre buono e disponibile con gli altri, sorridente e altruista. Quando camminiamo per strada la gente lo saluta con affetto perché ha allacciato tanti legami di amicizia nel nostro quartiere. Era così anche a scuola, dove è andato sempre volentieri, impegnandosi in ogni materia. Poi c’è stato l’inserimento nell’Anffas, che ha offerto altre opportunità di migliorare le sue autonomie e capacità, anche grazie allo sport e a Special Olympics. Il nuoto è stata la sua prima disciplina, con cui ha ottenuto anche una convocazione per i Giochi di Glasgow. Quindi è arrivato lo sci di fondo e grazie alla sua resistenza ha cominciato ad arricchire la collezione di medaglie. Ora è concentrato sull’evento piemontese che sarà una trasferta più corta ma sicuramente la più affascinante perché saremo noi a ospitare gli altri”.

 

…non solo a livello sportivo

“Da trentadue anni lavoro in una banca storica nel centro di Genova – spiega Rodolfo – un impegno gratificante. Mi occupo di varie mansioni: accolgo e accompagno i clienti ai caveau, ritiro la posta, a breve accoglierò i turisti in occasione della visita guidata ai palazzi dei Rolli, dimore cinquecentesche che per un giorno diventano dei musei. Vado al lavoro con i mezzi e spesso parte del viaggio di ritorno lo faccio a piedi, fino alla stazione di Brignole, così mi tengo in forma. Il lavoro per me è importante e mi ha dato la possibilità di non mancare a tanti appuntamenti sportivi nazionali e internazionali, grazie alle ferie e ai permessi che mi sono stati concessi”.

 

Una medaglia a Torino 2025, la ciliegina sulla torta di Rodolfo

“Sarebbe bello tornare dai Mondiali Special Olympics con un bel metallo al collo – conclude l’Atleta genovese – sicuramente dedicherei la vittoria a mio padre Carlo, che tiferà per me dal cielo. Ormai manca poco. Non vedo l’ora di rivivere tutte le sensazioni dei Giochi: le cerimonie, gli allenamenti, il confronto con i tecnici e con gli altri Atleti. Metterò la mia esperienza a disposizione della mia squadra e se qualcuno avrà bisogno di un consiglio spero di poterlo aiutare”.

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