Agnese Rocchi ha le Alpi nel destino. Si è sempre arrampicata verso i suoi traguardi a passi piccoli e costanti, fino a guadagnarsi il pass nello sci di fondo per i Giochi Mondiali Invernali Special Olympics di Torino 2025. L’amore per la neve sboccia sin da piccola, sulle piste di Sappada, perché la sua storia ha inizio in Friuli, a Palmanova, 26 anni fa, dove il papà lavora come ufficiale degli Alpini.
Due fiocchi rosa in casa Rocchi.
“Agnese è arrivata insieme alla sorella gemella Maria Beatrice – racconta mamma Anna – ed ha altre due sorelle, Ludovica e Maria Eugenia. Insomma, siamo una famiglia tutta al femminile e la sua familiarità con la neve è legata al fatto che spesso seguivamo l’attività sciistica della maggiore, Ludovica. Il nostro pediatra di allora ci ha subito indirizzato verso gli specialisti che hanno permesso di formulare una diagnosi precoce, attivando un percorso che potesse sviluppare al massimo tutte le sue potenzialità. Era molto piccola quando ci siamo trasferiti a L’Aquila, nel 2001. Anche perché qui, fortunatamente, gli sport invernali si possono praticare senza dover fare grandi spostamenti. Le sorelle hanno sempre rappresentato un forte stimolo per Agnese, che è passata dal non riuscire a guardare la sua immagine allo specchio a raggiungere tante autonomie personali e sociali. Oggi è solare, allegra, impara facilmente dalle esperienze, anche quando può sembrare svogliata”.
La scuola e l’incontro con Special Olympics.
“Il percorso scolastico è stato da subito positivo. I docenti e le docenti che l’hanno accompagnata dalla scuola dell’infanzia fino alla maturità nel Socio Pedagogico sono sempre stati molto attenti ai suoi bisogni, così come i compagni incontrati nelle varie classi. Con loro il rapporto di amicizia continua e rincontrarsi le dà sempre molta gioia. La scuola è stato un elemento fondamentale per lei, anche perché l’ha messa in contatto con l’allenatore del team locale di basket affiliato a Special Olympics”.
Con lo sport inclusivo è amore a prima vista.
“Agnese aveva alle spalle esperienze con varie associazioni, dove però non aveva trovato il suo spazio ideale. Quando a diciassette anni il suo insegnante di sostegno le ha proposto di provare a giocare a pallacanestro nel team aquilano di Special Olympics l’arrivo in una realtà inclusiva le ha spalancato le porte verso un mondo di opportunità, non soltanto sportive. Dal basket ha poi allargato nel giro di poco i suoi orizzonti verso il nuoto, l’atletica e, naturalmente, lo sci di fondo. Adesso è super impegnata e soprattutto si sente parte di una grande famiglia che la sostiene e la fa sentire importante. Ricordo bene la sua prima gara, 7 anni fa. Ero abituata a vederla a bordo campo, quasi spettatrice delle imprese degli altri. Invece che gioia scoprirla protagonista, correre e provarci con tutte le sue forze. Un’emozione che fatico a controllare, infatti spesso, quando tocca a lei, sono costretta a non vedere. Ha accettato ogni sfida, partecipando a tante edizioni dei Giochi, in tutti gli sport che pratica: da Sestriere a La Spezia, da Sappada a Torino”.
A Torino, sulle piste di Pragelato, Agnese tornerà vestita d’azzurro.
“È stato Guido (Grecchi, direttore regionale del Team Abruzzo di Special Olympics, ndr) a darmi in anteprima questa bellissima notizia. L’abbiamo tenuta in serbo per una sorpresa. La scorsa estate durante una premiazione del Comune di L’Aquila la lettera è stata letta ad Agnese e al suo compagno di squadra Christian. Lei si guardava intorno con aria incredula e credo che ancora oggi debba realizzare quello che l’attende. Tutto il team Sport L’Aquila è fiero di lei e noi familiari le saremo vicino in questo periodo di preparazione. Ai Mondiali andrò sicuramente io, mentre le sorelle di Agnese non riusciranno a causa del lavoro. Andrò insieme a un’amica e a Luca, un suo compagno della squadra di basket a cui è molto legata e che farà un gran tifo per lei mentre scatterà nelle gare dei 50 e dei 100 metri”.
Nel 2009 il sisma che mette in ginocchio L’Aquila.
“Per diverse ore, dopo la grande paura di quella notte, Agnese non ha parlato – ricorda la mamma -. Eravamo sole, perché mio marito era in missione ma fortunatamente la vicinanza e l’aiuto dei nostri parenti che ci hanno accolto nel mio paese d’origine hanno lenito questa ferita e il distacco che ha portato. Dopo meno di un anno il nostro alloggio era di nuovo agibile e siamo tornati a L’Aquila”.
Il futuro, una pista bianca piena di speranze
“Agnese sta frequentando un centro diurno in cui ha la possibilità di svolgere tante attività diverse, dalle terapie occupazionali allo sport, al ballo. Insomma, si continua a crescere nelle varie autonomie e da quest’esperienza potrebbero scaturire un domani delle possibilità lavorative. Papà Marcello, che ci ha lasciato a causa del Covid, sarebbe orgoglioso di lei e di tutti i suoi passi in avanti. Sicuramente scierà al suo fianco sui binari della pista di Pragelato”.