Andrea Tomasoni

“Ballo da 12 anni e andrò ai Giochi Mondiali di Special Olympics – racconta Andrea Tomasoni – Danzare è come parlare con la mia anima, con la parte più profonda di me.  Mi lascio trasportare dalle emozioni, come quando mi sono esibita con Stefano a “Tu si que vales”. Lo sport mi ha insegnato tanto, soprattutto a essere fiera di me, migliorando ed essendo autonoma. È la compagnia, lo stare insieme, che mi dà la forza. È il bello dello sport, che fa valere la nostra diversità, perché siamo tutti umani. Tutti possiamo sognare, e io vorrei tanto un giorno partecipare a Ballando con le stelle. Voglio farcela anche stavolta”.

Così, con tutte le sue forze, Andrea è pronta a ballare sul mondo. La ventottenne, bergamasca di Chiuduno, Atleta della Rosy Dance, sarà tra i protagonisti nella danza sportiva ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics di Torino 2025. La sua è una storia di musica e riscatto, disciplina e ribellione, passi studiati e generosità.

L’infanzia

“Ero già padre due volte, poi è arrivata Andrea – racconta papà Antonio – ma ho iniziato a sentirmi veramente tale con lei. Con la sua sensibilità e la sua determinazione ha ribaltato le mie paure in speranze e tutto quello che pensavo fosse stato un meno si è trasformato in una risorsa che ci ha stupito e continua a stupirci ogni volta”.

“Quando è nata Andrea – ricorda mamma Luisa – c’è stato sconforto, non tanto riguardo al nostro ruolo di genitori, piuttosto alle difficoltà che avrebbe dovuto affrontare nel suo cammino. Per noi era ed è un dono: la vedevamo aggrapparsi alla rete del box lottando contro l’ipotonia per mettersi in piedi. Era facile intuire che non si sarebbe mai arresa di fronte a ogni difficoltà. L’infanzia è volata via alternando momenti duri e soddisfazioni. All’inizio ci ha aiutato un percorso con l’ASL e un gruppo di genitori con figli con la sindrome di Down, guidato da un neuropsichiatra infantile, una logopedista e una psicoterapeuta. Da questa esperienza positiva è nato un gruppo di mutuo aiuto che ha dato vita all’associazione AIPD Bergamo, nel 2004. Andrea è stata coinvolta in tante attività e percorsi di formazione: gruppo preadolescenza, gruppo autonomia, gruppo affettività, gruppo formativo per il lavoro”.

La scuola, tra sconforto e successi

“Alla scuola dell’infanzia – continuano i genitori di Andrea – non permettevano la presenza della bambina quando mancava l’assistente educatore. Così alle elementari lei ci chiedeva che gli venisse tolto il cromosoma in più: voleva essere come gli altri, si sentiva diversa. Alla scuola secondaria di primo grado, nell’ora di educazione fisica mentre giocava a pallavolo con le sue compagne è stata esclusa perché non era allo stesso livello; alle scuole superiori le dettero un premio per i suoi bei voti ma poi la richiamarono e le dissero che facendo un percorso differenziato non doveva essere inserita in quella lista. Episodi che lasciano l’amaro in bocca e che fanno capire quanto noi genitori dobbiamo farci forza l’un l’altro quando le istituzioni e la società vengono a mancare. Oggi fortunatamente la situazione sta migliorando”.

L’incontro con Stefano e la danza

“Durante i percorsi di AIPD, Andrea incontra Stefano. Da subito si piacciono. Anche noi genitori ci incontriamo e avendo Andrea e Stefano la passione per il ballo gli proponiamo di frequentare la scuola Rosy Dance a Bergamo. Nel luglio 2012 fanno le loro prime gare ai Campionati Italiani di danza sportiva a Rimini e iniziano a portare a casa le loro prime medaglie. Dalle prime gare, Andrea di strada ne ha fatta, ottenendo grandi soddisfazioni come il titolo di campionessa europea di bachata, e altre competizioni in alcuni circuiti internazionali all’estero come il WIDA a Bratislava”.

Andrea e il battesimo della danza nel programma Special Olympics 

“Due anni fa a Bardonecchia durante i giochi invernali c’è stato l’inserimento della danza sportiva in Special Olympics. Nostra figlia  aveva già partecipato a Torino ai Giochi nazionali estivi nella pallavolo, disciplina che poi ha lasciato per concentrarsi sulla danza. Quando Andrea partecipa alle trasferte cerchiamo sempre di lasciarla andare da sola poiché le basta un punto di riferimento adulto per sentirsi sicura e la vediamo contenta. Così ha l’occasione di sperimentare le sue autonomie. Special Olympics rappresenta una grande opportunità per fare vivere esperienze concrete di vita. È fondamentale che Andrea viva in modo autentico le opportunità che la vita può offrirle. Speriamo che possa comprendere in pieno i valori dello sport, come accettare la sconfitta e gioire delle vittorie altrui”.

Non solo danza. Le prospettive future

“Oggi Andrea è coinvolta in molte attività sul territorio. Sono opportunità stimolanti ma poco arricchenti dal punto di vista lavorativo. Prima del Covid aveva un’occupazione come barista che l’appassionava, ma la pandemia ha interrotto questa esperienza che speriamo si possa ripresentare. Purtroppo fatichiamo per riuscire a trovare un lavoro che la possa valorizzare e gratificare. Non i soliti stage non pagati. A quei genitori che hanno appena saputo che suo figlio ha una disabilità intellettiva vorremmo dire che l’inizio è traumatico, ma dopo avere accettato la situazione la vita ti sorride ancora, i primi anni se non ci sono altri problemi di salute, sono come per tutti gli altri figli e hai tempo per prepararti alle battaglie nel mondo della scuola, dove bisogna essere presenti per fare in modo che arrivino le giuste opportunità di apprendimento e socializzazione”.

Che gioia il momento della convocazione!

Noi genitori eravamo nell’atrio della scuola di danza e sentivamo applausi e grida di gioia provenienti dalla pista da ballo. A un tratto si apre la porta e arriva Andrea felicissima con le lacrime agli occhi, abbraccia la mamma ed esulta: “Ce l’abbiamo fatta! Andiamo ai Giochi Mondiali a Torino!” È stato bello ed intenso. Una grande soddisfazione per Andrea che avrà la possibilità di fare questa meravigliosa esperienza e per noi familiari, che la seguiremo con orgoglio .

Il suo tecnico: “I mondiali un premio alla sua evoluzione”

Marianna Cadei, responsabile della danza per Special Olympics Italia, è anche l’insegnante che ha seguito tutto il percorso sportivo di Andrea alla Rosy Dance.

 

“Siamo entrambe emozionate per questa convocazione – conclude – Andrea ha avuto un’evoluzione straordinaria. Me la vedo piccola, con tante insicurezze. Si sentiva non accettata, sbagliata. Ora sa quello che vuole, è estroversa. Questa sua trasformazione è legata molto al suo carattere, agli stimoli ricevuti e alle soddisfazioni sportive che ha collezionato nel corso degli anni. È stata forte e si è meritata questo grande traguardo del mondiale. A Bardonecchia, insieme al suo amico del cuore Stefano, farà benissimo”.

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