Bina Actis

Bina che apre il trolley e sgrana gli occhi, mentre accarezza le sue divise azzurre. Bina che si emoziona, insieme ai suoi genitori. E tutti insieme pensano: “Guarda dove siamo arrivati”. I Giochi Mondiali Invernali Special Olympics di Torino 2025 in programma dall’8 al 15 marzo sono un grande contenitore di storie variopinte, con una cosa in comune: molte, quasi tutte, hanno un’evoluzione dal buio alla luce, dalla rinuncia alla rivalsa. Bina Actis ha 21 anni ed è una ballerina di hip-hop che a Bardonecchia rappresenterà l’Italia nella disciplina della danza sportiva. Torinese di Collegno, l’atleta del Team “Latino Dance & Fitness” farà gli onori di casa nell’evento sportivo e umanitario più importante dellanno a livello globale. 

“Siamo felici e orgogliosi di nostra figlia – raccontano mamma Carla e papà Osvaldo – vivere un’esperienza come quella dei Giochi Mondiali le darà fiducia e segnerà positivamente il suo percorso di crescita, ne siamo certi. A renderci ancora più fieri è la consapevolezza del nostro punto di partenza, quasi vent’anni fa. Abbiamo adottato Bina e suo fratello maggiore Luca, entrambi nepalesi. Lei aveva due anni e mezzo, quando è arrivata in Italia, con alle spalle una prima infanzia segnata da abbandono e maltrattamenti. Non rispondeva, non camminava quando ci siamo incontrati. Vederla oggi esprimere tutta la sua voglia di vivere attraverso il ballo è un’emozione grandissima e ci ripaga di tutte le nostre scelte, per i tanti stimoli che le abbiamo dato, affinché emergessero le sue potenzialità. La musica l’ha sempre attratta: le piaceva muoversi a tempo davanti alla tv e la danza, sin dagli anni della scuola dell’infanzia, è stata una palestra di vita. Oltre al freestyle la sua maestra Sabrina sta proponendo anche le danze caraibiche”.

 

Prospettive future
“L’esperienza scolastica per Bina è iniziata col piede giusto, per tutto il ciclo della Primaria. Le sue maestre l’hanno sempre coinvolta e l’insegnante di sostegno era davvero in gamba. Meno positivo il suo percorso alla secondaria di primo e secondo grado, concluso con un attestato ottenuto in un istituto Socio Sanitario. Ora sta frequentando un corso professionale regionale propedeutico all’inserimento lavorativo che le permetterà di fare diversi stage”.

“Per due mesi farò animazione in una RSA e aiuterò persone anziane – conferma Bina – ma il mio vero sogno è quello di lavorare con i bambini, insegnare con il gioco, il disegno e magari anche il ballo”.

 

Ballando s’impara
“Quando ballo mi sento libera di esprimere le mie emozioni – dice Bina – partecipare ai Giochi sarà bellissimo, anche perché nel Team Italia ci sono anche i miei compagni di team Gaia e Fabio. Abbiamo creato una bella squadra. Nel raduno ci siamo conosciuti anche con gli altri Atleti e spesso ci vediamo in videochiamata perché siamo diventati amici”.

“Dopo tanti anni nel settore Paralimpico – aggiungono i genitori di Bina – è stato importante entrare anche nel movimento Special Olympics che da poco ha aperto le porte alla danza sportiva. Gli ultimi Giochi Nazionali conclusi con una medaglia d’oro sono stati un’esperienza divertente. Tra gli atleti c’è molta apertura e nessun pregiudizio, tra noi genitori c’è confronto e condivisione. Un ambiente positivo e stimolante per tutti, che permette di sperimentare l’autonomia e di crescere nell’autostima”.

 

I Mondiali sempre più vicini
“Bina è pronta a godersi in pieno il suo primo mondiale – concludono mamma e papà – prova la sua coreografia di hip-hop da diversi mesi e ora conosce anche il giorno esatto in cui avrà la competizione, cioè il 13 marzo. Quando ha ricevuto la convocazione non aveva ben realizzato quello che vivrà tra pochi giorni. Poi i raduni, le presentazioni ufficiali e soprattutto avere toccato con mano le sue divise l’hanno entusiasmata. Non vede l’ora di godersi l’atmosfera di questo evento globale e noi saremo al suo fianco, insieme alla sua amica Adele. Ci emozioneremo di sicuro e ci stupiremo ancora una volta pensando a come, con la sua determinazione e l’aiuto del suo team, sia riuscita a trasformare le difficoltà in sicurezze”.

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