Roberto Mecca Aleina

Roberto ha 43 anni, ha un carattere docile anche se chiuso, in casa parla e racconta cosa fa a seconda di quanto è coinvolto nelle attività svolte, gli piace molto cucinare e dal gennaio scorso andare a cavallo. A casa apparecchia e sparecchia senza doverlo convincere, sa porre i rifiuti al loro posto.

La sua nascita è stata molto sofferta perché essendo un parto podalico non era stato riconosciuto fino al momento del parto. Abbiamo scoperto la sua disabilità a 2 anni e mezzo perchè parlava poco, si esprimeva a gesti e faceva degli strani movimenti con il corpo.

L’infanzia e l’adolescenza sono stati periodi difficili perché nessuno ha accettato Roby per come era, specialmente da parte dei nonni paterni e nessuno mi ha mai aiutata.

Ci siamo trasferiti a Caselle quando aveva 5 anni, ha frequentato l’ultimo anno di asilo e poi tutte le scuole dell’obbligo senza mai avere un supporto adeguato. L’ho sempre portato in piscina e ha imparato a nuotare nonostante il parere contrario di mio marito.

Un passo avanti è avvenuto quando a 19 anni è entrato al CST di Borgaro e poi 4 anni dopo finalmente abbiamo conosciuto il Team Special Olympics “Muoversi Allegramente” e di qui è cambiato tutto anche se non eccelle in tanti sport però partecipa volentieri, lui vorrebbe farli tutti! Se non vince non importa, a lui interessa esserci.

Non dimenticherò mai la prima volta che ha partecipato alle gare di ginnastica a Genova, ed era poco tempo che faceva sport, in particolare quando è salito sul podio e gli hanno messo la medaglia al collo aveva le lacrime agli occhi, era commosso!

Ho voluto fortemente lo sport nella vita di Robi per toglierlo dalla sedentarietà e lui ne è felice ed entusiasta. Progressi ce ne sono stati molti nel senso che è più autonomo, non per la strada e a fare la spesa perché non si esprime con frasi compiute, se non  gli fai domande lui ti guarda come a dirti: “dimmi qualcosa, una domanda”  però nel suo ambiente sa gestirsi.

Roberto non si butta nella mischia; ha sempre bisogno di essere stimolato, di avere sempre un punto di riferimento, è come se avesse paura di sbagliare.  E questo mi preoccupa molto. Nonostante questo, con Special Olympics si trasforma:  quando sono in trasferta lui vive! Partecipa volentieri, non mi saluta neanche più quando sale sul pullman, come se avesse fretta di partire, ciò vuol dire che si trova a meraviglia!

Era appena entrato in casa quando gli ho detto che andrà a Torino per partecipare ai Mondiali con le racchette da neve!

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