Andare a tempo, lasciarsi guidare dalla musica, ballare fino all’ultima nota fino all’inchino. Stefano Brevi è uno degli azzurri che dall’8 al 15 marzo rappresenteranno l’Italia nella danza sportiva ai Giochi Mondiali Special Olympics di Torino 2025. Trentaquattro anni, di Casazza, Atleta del Team Rosy Dance di Bergamo, affronta con grazia e determinazione ogni impegno senza mai tirarsi in dietro e la sua storia è il cuore pulsante di una famiglia che ha sempre creduto in lui.
“L’infanzia di Stefano – ricordano mamma Antonia e papà Eugenio – la ricordiamo come un periodo piacevole, nonostante in quegli anni l’inclusione fosse un traguardo meno a portata di mano. Nei suoi primi anni, nostro figlio ha subito diverse operazioni legate alla trisomia 21. Stefano porta gli occhiali, ha avuto problemi al cuore e ai denti. Ha partecipato sin da piccolo a percorsi psicopedagogici per un maggiore inserimento nel gruppo dei compagni. Abbiamo intrapreso anche un percorso terapeutico al Don Calabria di Milano per migliorare le sue autonomie in ambiente domestico”.
La scuola, un’opportunità da sfruttare in pieno
“È in classe che sono iniziate le prime vere battaglie. Evidentemente non c’era, ai tempi, una reale conoscenza della disabilità e Stefano era poco stimolato. Si accontentavano che fosse un bambino tranquillo e che non disturbasse troppo la classe. Alla primaria non vollero insegnargli il corsivo, quindi prendemmo un’insegnate che potesse insegnarglielo e oggi Stefano scrive in corsivo. Senza parlare delle figure di assistenza che cambiavano ogni anno”.
Il calore del paese
“Stefano è sempre stato protagonista nella vita del paese. Ha frequentato l’oratorio e la parrocchia, partecipando ad attività solidali come aiuto animatore, come volontario in RSA, in sagre e feste. Ha suonato per 17 anni la grancassa nella banda musicale di Casazza, dettando il tempo agli altri strumenti. Tutti gli vogliono bene e ogni cittadino riconosce il suo valore all’interno della nostra piccola comunità, tanto che il Comune ha deciso di adottarlo in vista dei Giochi Mondiali per supportare la sua esperienza a Torino 2025”.
Il lavoro, una delle medaglie più preziose
“Da otto anni, per tre ore al giorno, dal lunedì al venerdì, prende il pullman da solo e va nel panificio dove svolge diverse mansioni, in cucina e in sala. Stefano ama il suo lavoro, stare in mezzo alla gente e sentirsi realizzato. Ha imparato a gestire anche il suo denaro per le piccole spese giornaliere”.
Lo sport e Special Olympics per cambiare marcia
“Conoscevamo Special Olympics per sentito dire, poi siamo stati spinti dal nostro fisioterapista a iscrivere Stefano a un corso di sci tenuto da insegnanti qualificati. Col Gruppo Sportivo Orobico iniziano i primi passi nel movimento e le prime competizioni. Lo sci, come la danza, è una grande passione. Ormai è un veterano della discesa e se la cava anche nelle piste nere”.
La scoperta della danza
“Attraverso un’associazione di genitori c’è stato l’incontro con Andrea e subito abbiamo notata la passione per il ballo da parte di entrambi. Nel lontano 2011 è iniziato il loro percorso nel mondo della Danza Sportiva Paralimpica, con tanti titoli e medaglie. Lo sci e la danza hanno aiutato Stefano ad acquisire maggiori abilità fisiche, equilibrio, forza, resistenza e lo hanno stimolato anche dal punto di vista relazionale. Ballare in coppia, fare gruppo piace molto a Stefano, che ama conoscere persone nuove. Lo sport agonistico lo ha portato a viaggiare e mettere in gioco tutte le autonomie che ha acquisito nel tempo. A volte anche senza genitori. Insieme vanno ogni anno a disputare il campionato italiano a Rimini, hanno preso l’aereo e sono andati in Sardegna e a Bratislava per il campionato europeo WIDA, che è stato un altro successo”.
La danza sportiva entra in Special Olympics: è la svolta
“È stato bello, due anni fa, scoprire che il movimento aveva inserito la danza sportiva. Conoscendo Special Olympics sapevamo che avrebbe potuto dare a Stefano stimoli nuovi, sempre in compagnia della squadra paralimpica. Attraverso la sua dedizione e la costanza dimostrata nello sport rivediamo i tanti impegni e sacrifici fatti per valorizzare le sue abilità e consentirgli una vita il più possibile attiva e autonoma. Alle famiglie che hanno saputo di avere un figlio con disabilità intellettiva consigliamo di non abbattersi, perché i successi che si raggiungono insieme saranno di più delle difficoltà. È importante fin da subito creare una rete con altri genitori e associazioni per confrontarsi e per prepararsi ai vari step dello sviluppo del bambino, così si potrà affrontare qualsiasi difficoltà”.
Le emozioni mondiali sono già iniziate. Bardonecchia è ormai alle porte.
“La preparazione per i Giochi procede spedita e piena di gioia con due allenamenti settimanali in palestra più altre occasioni per affinare la coreografia – aggiungono i genitori di Stefano – è bello vedere nostro figlio così concentrato per esprimere al massimo le sue potenzialità. Vederlo sul palco ci riempie di ogni volta di emozioni. Quando ha ricevuto la convocazione per Torino era all’allenamento. Abbiamo sentito urla di felicità e dei grandi complimenti provenire dalla sala. Poco dopo è uscito Stefano con in mano la sua lettera ed è corso ad abbracciarci. Noi siamo veramente felici e orgogliosi di questa opportunità e siamo certi che riuscirà a portarsi a casa la soddisfazione di essere parte attiva di un bellissimo movimento”.