Il racconto di mamma Lucia – “Ho 23 anni e sto aspettando il mio primo figlio, incosciente e felice come qualsiasi ragazza di quella età.
Ed ecco che finalmente in un freddo giorno di gennaio è nata Valentina. Non sono superstiziosa ma nascere di venerdì17, vorrà dire qualcosa?
Valentina oggi ha 35 anni, è stata una bambina che ha pianto tanto, non ha mai dormito una notte fino ai 3 anni, ma era bellissima.
Crescendo non volevo vedere ma, giorno dopo giorno, i sintomi si facevano sempre più inequivocabili. Valentina era un po’ in ritardo rispetto ai bimbi della sua età.
La scuola
I ricordo più nitidi: Primo anno di asilo, prima festa per i genitori in giardino, i bambini tutti in cerchio, a turno dicevano una frase per i genitori, arriva il momento di Valentina, la saltano…..Perche’? Chiedo alla maestra e lei mi risponde: “Non ha voluto imparare la sua frase, sono solo capricci”.
Secondo anno di asilo decido di cambiare la scuola e qui, dopo qualche settimana, mi chiamano e mi consigliano di portarla a fare una visita da una foniatra. Da qui è partito tutto, mi è caduto addosso un macigno quando, in uno squallido ufficio, una psicologa della neuropsichiatria infantile in piedi mi legge il verdetto: “ritardo mentale medio/grave” e aggiunge “ se ne faccia una ragione non esiste una cura per sua figlia”!!!
Valentina ha frequentato tutte le scuole fino alla quinta superiore (liceo magistrale) con l’aiuto di un sostegno. Nella scuola non ha mai subito discriminazioni o situazioni di disagio, il disagio lo provavo io quando ero l’unica mamma che andava a parlare con l’insegnante di sostegno.
Ho dovuto affrontare un percorso difficile ma necessario se volevo aiutare Valentina a crescere e migliorare. Così l’ho sempre incoraggiata a svolgere tante attività insieme agli altri, ragazze e ragazzi della sua età, ma non sempre è stata capita e aiutata.
Il mondo fuori
Prima i boy scout : le chiedevo spesso se si trovasse bene in gruppo, mi rispondeva sempre di si, ma non la vedevo serena. Poi un giorno, dopo un campus estivo, ho visto con i miei occhi che la prendevano in giro.
Poi abbiamo tentato la via dello sport con la pallavolo ma non toccava mai a lei scendere in campo. Poi il nuoto, tutti gli altri facevano le gare lei no.
Ed ecco che mi propongono “AMICO SPORT”, Team di Special Olympics, una realtà sportiva fatta su misura per Valentina che improvvisamente diventa una protagonista.
Special Olympics
In questo mondo, fin da subito, Valentina ha legato con gli altri Atleti, di ogni età. Ha iniziato con ginnastica ritmica per poi provare sci nordico, bowling e per ultima pallavolo, quella stessa disciplina che in passato, in un contesto diverso, le aveva creato tanto disagio. Finalmente con Special Olympics si sente brava, capace, porta a casa con orgoglio una medaglia dopo l’altra: d’oro, d’argento, di bronzo….. che differenza fa? Importa solo stare con gli altri e divertirsi. Finalmente Valentina scende in campo e si sente un’Atleta, una campionessa.
Ho un ricordo bellissimo: gara di sci nordico, sono a bordo pista e sto facendo il tifo, eccola che arriva, è quasi al traguardo, è prima ma mi vede…Si ferma e mi saluta, gli altri le passano davanti ma che importa, poi arriva anche lei e la medaglia è comunque lì che l’aspetta , applaude per i suoi compagni sul podio e si commuove per loro. Che bell’insegnamento mi ha dato!
I Giochi Mondiali, Torino 2025
Ho ancora impressa la sua faccia quando la Presidente di Amico Sport ha comunicato a Valentina la sua partecipazione ai prossimi Giochi Mondiali, è stata ferma, pietrificata, sembrava non aver ben capito, poi si è emozionata tantissimo, era quasi incapace di parlare, sapeva solo piangere, d’altra parte è quello che ho fatto anche io. Ha guardato la sua amica Sonia anche lei convocata , si sono abbracciate.
Arrivate a casa ha voluto brindare all’evento e poi ha iniziato a chiamare al telefono un sacco di persone per comunicare la grande novità!! Ora le si legge sul viso la gioia e la grande soddisfazione per essere stata scelta. Penso che sia difficile replicare un’emozione così grande.
Il presente ed il futuro
Ma non c’è solo lo sport, oggi c’è anche la vita lavorativa, Valentina lavora 2 giorni a settimana in una lavanderia industriale, si alza alle 5 del mattino prende il treno e ritorna nel pomeriggio. Tutta da sola.
Gli altri 3 giorni fa l’aiuto cuoca in un asilo nido. Quest’ultimo lavoro le piace molto di più perchè ama i bambini. Purtroppo però non sempre le persone che incontra sono buone e a volte si approfittano della sua ingenuità. Lei non riesce sempre a capire quando le cose si possono fare e quando no. Per questo controllo le amicizie e le persone che frequenta.
Fortunatamente in Amico Sport ha trovato tante amiche con cui trascorre il tempo libero. Si è creato un bel gruppo in cui lei si sente accettata e io ho trovato dei genitori con cui condividere le ansie, le paure, ma oggi anche e soprattutto le emozioni.
In tutto questo racconto non ho mai citato il papà di Valentina, che purtroppo non ha mai compreso e accettato la disabilità di sua figlia, tanto da portarmi a camminare da sola con Valentina, sicuramente le vuole bene ma a suo modo. Fortunatamente ho incontrato una persona che è entrata a far parte della nostra famiglia, un secondo papà che accetta Valentina per quello che può dare anzi evidenziando le sue infinite capacità.
Un pensiero per il futuro : come farà Valentina senza di me? Spero che la sorella Chiara le stia vicino e l’aiuti come ho sempre fatto io, e poi guardo Valentina che mi dice : “tranquilla mamma andrà tutto bene!!”
Quel venerdi’ 17 mi ha portato veramente tanta fortuna!!
Ed è questo che vorrei comunicare ai genitori che si trovano ad affrontare un percorso così difficile; pensare sempre che il loro figlio puo’ dare molto, e che forse è lui il “normodotato” e noi quelli che si affannano a cercare la normalità.
Non arrendetevi mai e combattete per i loro diritti e per la loro felicità.
Lucia Tonello